Scuola Statale dell’Infanzia "Cusercoli"

Infanzia "Cusercoli"

Tipologia

Edificio scolastico

Descrizione

Scuola Statale dell’Infanzia "Cusercoli"

Codice meccanografico: FOAA809019

Dove si trova

Scuola Statale dell’Infanzia "Cusercoli"

Modalità di accesso

Accesso in Via Andrea Costa 47

Elementi

La monosezione ha grandi vantaggi educativi per tutti i bambini che ,pur vedendo rispettati i loro ritmi di crescita dalla progettazione e dalle esperienze che si propongono ,possono andare e tornare a “livelli” superiori e inferiori per consolidare appprendimenti, per mettersi alla prova, per acquistare fiducia nelle proprie capacità, per autonomamente rendersi conto di essere cresciuti.

La monosezione è inoltre una eccezionale fonte di socialità e di maturazione di competenze di solidarietà, mutuo aiuto, empatia, collaborazione, sostegno emotivo.

Il personale educativo che presta il suo servizio nella nostra scuola è composto da quattro docenti: Florinda Leanza, Ester Seneca, Francesca Toschi ( contingente covid) e Simone Rimini (I.R.C.).

Tre collaboratori scolastici offrono il loro servizio in turni organizzati per gestire al meglio la complessa regolamentazione delle le misure sanitarie a cui siamo obbligati: Silvana Giovannetti, Filippo Artusa, Amedeo Di Foggia.

La scuola di Cusercoli è in procinto di cambiare sede. Un nuovo edificio in costruzione dovrebbe a settembre prosimo accogliere i bambini.

La criticità della scuola odierna è sicuramente l'assenza del giardino. Ma tale criticità diventa 'risorsa' nel momento in cui ci chiede di aprire il portone e uscire nel territorio che, anche per scelte didattiche condivise e poi esposte, è per noi aula principale.

Il vicino parco comunale ,per noi diventato 'parco-bosco', ci accoglie quotidianamente e si fa cornice naturale per le nostre esperienze didattiche e per le nostre 'mission'.

Il meraviglioso paese di Cusercoli ci offre tutto quello di cui necessita la scuola in cui crediamo: natura, arte, socialità.

Viene incontro così alle esigenze educative offrendoci spunti e reali occasioni di ricerca-azione.

Gli spazi interni della scuola sono molto grandi e capaci di accogliere e permettere esperienze e ambientazioni educative complesse.

La ripida scala che 'accoglie' i bambini subito all'entrata ci fa ricordare ogni giorno che la scuola 'fa salire' . E la salita della scuola dell'infanzia è quella che getta le basi per tutte le altre ,future .

Gli orari della scuola sono i seguenti:

  • entrata dei bambini: dalle 8 alle 9
  • uscita senza il pranzo: dalle 11,30 alle 12.00
  • prima uscita : dalle 13 alle 13.30
  • seconda e ultima uscita: dalle 15.30 alle 16.00 (no merenda)

La nostra giornata tipo è così articolata:

Ingresso dei bambini dalle ore 8 alle ore 9 : accompagnati al cancelletto dai familiari i bambini suonano la campanella rossa lì appesa per annunciare il loro arrivo. La maestra e gli amici già presenti in sezione vanno ad accoglierli con gioia ed entusiasmo.

Angolino: alle ore 9, quando tutti gli amici sono entrati a scuola , il bambino ‘campanaro’ suonando la campanella verde dà il segnale che i giocattoli devono tornare ai loro posti e che tutti andiamo a sedere nel grande cerchio dove inizieremo ufficialmente la giornata .

Bagno: laviamo le manine

Frutta: al termine delle varie azioni che compiamo nel grande cerchio mangiamo la frutta

Attivita’/gioco : in sezione o al parco ci impegniamo in ciò che abbiamo insieme deciso o che qualche evento a sorpresa ci chiede di vivere.

(Ore 11.15: rientro dal parco)

Bagno: ci prepariamo per il pranzo

Prima uscita: salutiamo gli amici che vanno a casa per mangiare

Pranzo ore 12 : ci spostiamo con i trenini dei capotreni giornalieri nella sala mensa

Seconda uscita: in sezione giochiamo e salutiamo gli amici che vanno a casa subito dopo pranzo

Pomeriggio 13.30- 15.30 : giochiamo e facciamo varie attività a completamento della mattina o a scelta individuale. Spesso facciamo ‘ginnastica’ e balletti.

Terza uscita ore 15.30: ci spostiamo nella zona cancelletto e aspettiamo, giocando o leggendo storie, l’arrivo dei familiari per andare a casa. 

Ogni inizio è nuovo per tutti! Anche per i ‘vecchi ‘ bambini che si ritrovano e si riaccolgono; per le famiglie, vecchie e nuove che devono costruire fiducia con le nuove maestre e riallacciare rapporti dentro le dinamiche scolastiche, per la dirigente scolastica che deve ‘capire’ la nuova nave che dovrà capitanare…

La scuola dell’infanzia è sicuramente il gradino più delicato di tutto l’iter scolastico; delicato perché in questi tre anni si gettano le basi di ciò su cui i bambini costruiranno il loro dopo, il loro futuro scolastico e non.

Alla scuola dell’infanzia si inizia a conoscere se stessi, gli altri, si inizia a capire il senso, la bellezza e la difficoltà di vivere in comunità; si inizia a prendere consapevolezza di ciò che si prova nominando emozioni e sensazioni, attribuendo valore ad ognuna di queste esperienze così intime e personali; si inizia a incorporare la ‘cultura’ attraverso i vari linguaggi di cui i bambini di questa età sono esperti e grandi fruitori; si inizia a costruire fiducia, negli altri e in se stessi, si inizia a capire che sentirsi capaci è la chiave di ogni vero apprendimento, di ogni vera conquista, e non solo in ambito scolastico.

Come avviene tutto ciò alla scuola dell’infanzia?

GIOCANDO!

Il gioco , il giocare non è perdita di tempo! Giocare è lo strumento per..; è il martello per il chiodo, la penna per il foglio, la farina per la torta…

Giocare è il più prezioso strumento che ci accomuna tutti, che i bambini sanno essere tale! Ed è per questo che lo usano così bene! …Ma pian piano nel tempo, anche dalla stessa scuola, purtroppo al giocare è stata sottratta la sua essenza più vera e profonda e ormai spesso lo si vede come perdita di tempo, come inutile azione, come vuoto e futile esperire anche per i bambini.

La distinzione fra gioco e ‘attività’ è purtroppo entrata a far parte anche del mondo della scuola dei più piccoli per cui spesso i bambini ci chiedono “adesso posso andare a giocare?” (….?....) 

Noi alla scuola dell’infanzia, e a Cusercoli in particolare, crediamo fermamente che giocare non sia perdere tempo ma tutt’altro!

Ecco quindi che vogliamo andare a evidenziare una definizione di gioco da condividere perché in essa ci si possa tutti ritrovare e alla sua luce si possano ‘capire’ ed apprezzare le varie attività e proposte che verranno fatte e vissute anche quest’anno a scuola: 

L’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite con la Risoluzione 44/25 del 20 novembre 1989, riconosce il gioco come un “diritto” inviolabile ed insindacabile di ogni bambino.

Il gioco concorre di fatto allo sviluppo sociale, fisico, cognitivo ed emotivo sia dei giovani che dei bambini, ragione per cui dovrebbe essere garantita loro l’opportunità di sperimentarlo, certamente con tempi e modalità differenti, nelle diversi fasi della loro crescita.

Tra gli elementi necessari per la maturazione psicofisica del bambino, il gioco occupa infatti una posizione fondamentale: è’ lo strumento per eccellenza attraverso il quale egli costruisce il significato del mondo ed impara a relazionarsi con gli altri.

Che significato assume il gioco per il bambino?

Il gioco per i bambini non è un passatempo, ma un lavoro, un’occupazione, è la loro principale attività ed è portatrice di una molteplicità di significati:

  • divertimento,
  • esplorazione (avventura, conoscenza e gestione dello spazio, scoperta di sé),
  • attività liberatoria (da tensioni, paure, ansie, insicurezze ed aggressività),
  • opportunità di apprendimento (favorisce lo sviluppo e l’esercizio di nuove competenze cognitive, socio-affettive e comportamentali) e di socializzazione,
  • distacco temporaneo dalla realtà (permette al bambino di allontanarsi dalle regole imposte dalla vita reale per entrare in un mondo di fantasia in cui tutto è possibile). Ad esempio, giocando a “far finta di”, il bambino si allena a diventare grande, inizia ad interpretare ruoli diversi, acquisendo una maggior capacità di adattarsi al mondo circostante, di conoscerlo, padroneggiarlo e modificarlo.

Info

LA SCUOLA: “UNA CASA DOVE E’ BELLO ABITARE”:

In questa splendida definizione (coniata da colleghi di un non lontanissimo istituto comprensivo alcuni anni fa) mettono radici le nostre scelte pedagogiche.

A casa si deve stare bene e soprattutto ognuno deve sentirsi a casa. Il clima di accoglienza, di abbraccio, di calore, di benvenuti si costruisce insieme, trovando strumenti e occasioni grazie a cui ognuno si senta importante, indispensabile, necessario, insostituibile.

Questo per piccoli e grandi!

Abbiamo da subito iniziato a costruire con i bambini alcuni strumenti e regoline:

  • Cartellone degli incarichi settimanali
  • Mano/ calendario della settimana scolastica
  • Parete dei mesi e dei compleanni
  • Campanelle per annunciarsi al cancello, per riordinare i giocattoli, per la cacca, per il parco.
  • Scopa e pattumiera da usare all’occorrenza
  • Bicchieri a libera disposizione individuale per bere quando si ha sete
  • Spazi individuali identificati con contrassegni personali

 Momenti di routines condivisi dal grande gruppo:

  • Angolino delle presenze, dei canti, dei giochi, delle notizie agli amici, delle grandi e piccole decisioni da condividere ogni mattina
  • Trenini per recarsi in sala il pranzo
  • Mezzo” self service per il pranzo (i bambini vanno in fila al carrello per prendere il loro piatto)

La costruzione di questa casa durerà tutto l’anno e ogni evento sarà occasione per nuovi “arredamenti”, invenzioni e strumenti per garantire sempre più benessere e senso di appartenenza. 

L’APPARTENENZA:

Appartenere è un verbo bellissimo! Crediamo che tutti, famiglie e personale insegnante e Ata, siamo chiamati a costruire la scuola perché le apparteniamo.

Questo lo possiamo fare quindi insieme, nella specificità dei ruoli, nel rispetto reciproco, nell’accoglienza e nella fiducia, nella trasparenza delle azioni, nella critica costruttiva, nella partecipazione attiva e sentita a tutti i momenti della scuola.

Nella nostra progettazione ci saranno momenti in cui chiederemo alle famiglie una attiva partecipazione , rimanendo in linea con quanto già fatto negli anni passati.

IL PASSATO:

Gli anni passati, in particolare gli ultimi tre, sono la base su cui abbiamo iniziato fin da subito a muovere i primi passi come nuove maestre.

Il contatto e lo scambio di informazioni con la precedente maestra Francesca e la mamma rappresentante dei genitori, i racconti dei bambini, i loro ricordi ci hanno permesso di entrare delicatamente nei loro vissuti valorizzando il già e proponendo pian piano il non ancora.

La maestra Francesca ci verrà presto a trovare e per lei abbiamo preparato un bel mazzo di fiori disegnati, colorati e ritagliati da ogni bambino.

LA CRITICITA’ DIVENTA RISORSA:

L’assenza del giardino nella nostra scuola non ci impedisce di vivere il fuori nel grande e bellissimo parco comunale. Per far ciò sono necessarie però risorse orarie e organizzative che sono in fase di definizione e che a breve troveranno stabilità.

L’assenza del giardino diventa necessità di vivere e chiedere al fuori di farsi aula, spazio dove vivere le nostre esperienze , le nostre scoperte di questo anno.

IL FUORI/ IL TERRITORIO:

Il grande parco sarà la nostra aula principale. La presenza sul territorio di risorse e occasioni umane, la preziosa e attenta collaborazione con l’amministrazione comunale, ci inviteranno e permetteranno di vivere alcune esperienze e così anche la nostra scuola potrà farsi territorio da conoscere e da apprezzare.

La scuola è territorio e ha il dovere e l’onore di farsi conoscere, di far conoscere quanta cultura costruisce, quanta umanità accompagna, quanta responsabilità sociale semina e coltiva.

Se in questi speciali e delicati anni il fuori non potrà ancora entrare a scuola, faremo di tutto perchè la scuola entri nel fuori e porti i suoi bambini a fare esperienze di socialità territoriale e di apprendimenti contestualizzati. 

IL PROSSIMO FUTURO/IL NOSTRO PROGETTO:

Tutto quanto sopra descritto è la cornice e la luce del nostro progetto di plesso che andiamo a raccontare in un canovaccio a maglia larga.

Premessa: tutto quanto progettato sara’ sempre e comunque vissuto dentro le regole di contrasto alla pandemia e attuato in ottemperanza a tali regole in vigore o ad altre che seguiranno

Lo sfondo narrativo fantastico è cornice magicamente efficace per la crescita, il benessere e l’acquisizione di competenze vissute e concrete per i bambini. La mission che viene proposta crea un legame di stretta appartenenza al gruppo e contemporaneamente di individualizzazioni di ruoli e consegne.

Essere tutti protagonisti di una 'trama' da loro stessi via via inventata e/o scoperta dà occasione ai bambini di ritrovare significati ed emozioni condivise, che acquistano valore e che permettono veri e propri apprendimenti. Risolvere un problema, trovare soluzioni, procedere per prove ed errori, osservare, identificare, escludere, accumulare...: infinite sono le 'azioni' cognitive che i bambini mettono in gioco , che letteralmente mettono 'in gioco'.

La montagna dalle pigne d’oro

La famiglia dei TROTTAFOLLETTI ARCOBALENO ( FOLLETTI A CUI PIACE MOLTO CAVALCARE E A CUI PIACE MOLTO SCIVOLARE SULL’ARCOBALENO …)  

chiede ai bimbi di Cusercoli aiuto per ritrovare 20 PIGNE D’ORO misteriosamente scomparse dalla GRANDE MONTAGNA del luogo in cui vivono..

La grande montagna è fatta di pigne che diventano d’oro SOLO quando si bagnano: con la pioggia o quando qualche uccello…fa la pipì mentre vola o…o…o…  (lo scopriranno i bambini...) Cercare le 20 pigne quindi comporterà verificare se quelle trovate sono veramente quelle della montagna!

Attraverso ipotesi e tentativi i bambini indicheranno il modo per ‘provare l’autenticità’ delle tante pigne che troveremo nelle nostre esplorazioni, in ogni luogo!   

Si saprà dove cercare anche attraverso i vari indizi e consegne che i Trottafolletti ci daranno di volta in volta.

ATTENZIONE: i Trottafolletti non possono bagnarsi con nessun tipo di acqua! Saranno quindi i bambini di Cusercoli, a cui l’acqua piace tanto, ad aiutare i loro simpatici amici per questa avventurosa ricerca.

Le 20 pigne d’oro le vorremmo trovare al mare, al fiume, sotto il letto di qualche amico, nel pollaio, nella cuccia di un cane, nella pozzanghera, nel fango, fra i giocattoli, in paese, al Conad, alla scuolina nuova, alla scuola primaria ….e ovunque la fantasia dei bambini indirizzerà la ricerca.

Sarà sicuramente importante scoprire perché , a causa di chi o cosa queste 20 pigne sono scomparse dalla cima della grande montagna!

Andremo a cercarle anche se pioverà un pochino? Magari!

Riusciremo ad andare al mare a dicembre ? Magari!

Riusciremo ad andare a cavallo per sentirci anche noi dei veri Trottafolletti? Magari!  

Certe che la fantasia dei bambini colmerà le ‘limitazioni’ che potranno arrivare vivremo una mission coinvolgente e ricca di sorprese!

E ci sarà sempre spazio per i genitori e per le famiglie nella collaborazione costante e nella costruzione di scenari e occasioni educative.

Grazie! I.C! I.C! ( è il saluto dei Trottafolletti)

Ester & Florinda

Cusercoli, ottobre 2021

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